Articolo di Paolo Mondini (70° anniversario)

70 anni, un bel traguardo e una bella età; ma è solo quella ufficiale, calcolata dalla costituzione della Sezione, appunto nel 1947.

Curiosando tra le “vecchie carte” SAT e Satini ad Ala li troviamo già molto prima. Nel 1873 (la SAT è stata fondata nel 1872) c’è un primo socio alense il cav. Antonio de Pizzini. E a ruota, negli anni ’70-’90 del secolo, Domenico de’ Pizzini, il farmacista de’ Bonfioli, Giuseppe Morandini, Giovanni Scomazzoni (primo delegato per il distretto di Ala dal 1883), il prof. Dalla Laita, Giuseppe de’ Angelini, l’avv. Giobatta Debiasi, e ancora, via via fino al primo ‘900, altri nomi: Sartori, de’ Gresti, de’ Malfatti, Largaiolli, Bracchetti, Taddei, Pallaver…L’elenco, che potrebbe continuare, è quello delle famiglie della borghesia, più in vista: è un’adesione, quella alla SAT, ancora “elitaria” che si richiama ai suoi scopi originari, di studio e valorizzazione della montagna ma anche di rivendicazione di una cultura nazionale e di una identità trentina.

Gli anni tra il primo dopo guerra e l’inizio del secondo conflitto mondiale sono i più difficili per la SAT e anche ad Ala le adesioni latitano: “molti vecchi soci si sono ritirati”, si legge nelle scarse cronache, ma anche che “si lanciano appelli ai giovani affinchè si votino a questo ideale” e così nel maggio del 1932 Antonio Sartori riesce a costituire una Sottosezione che per altro avrà vita molto alterna e difficile.

Tra le “vecchie carte” c’è il “Libro delle Relazioni” che si apre il 25 giugno del 1944 ed è veramente una “apertura al nuovo”: nuovi soci, non ancora tantissimi ma giovani, e adesso si va davvero in montagna, una gita dopo l’altra, spesso con l’ “autoquasimobile” (in realtà il camion “a carbonella”) del Gigi Giovanelli, presidente e instancabile, arguto animatore della brigata. Le montagne frequentate sono soprattutto quelle locali; estate o inverno non fa differenza: si va a sciare sui Lessini risalendo tutta la Valbona, “mitici” rimangono i campeggi alla Sega a Casa Groberio o nella Casermetta delle guardie forestali: anche 40 partecipanti e grandi discese a telemark, opportunamente ribattezzato, nelle cronache, “culemark”.

La ripartenza la si misura anche sul piano organizzativo: il legame, in quegli anni del dopoguerra, era con il C.A.I., il Club alpino italiano e “Caini”, con simpatica autoironia si definivano i nostri, ma nel 1947 si rientra nella S.A.T. divenendone ufficialmente una Sottosezione; è questa la ricorrenza di cui oggi festeggiamo il settantesimo Compleanno.

L’anno dopo arriva finalmente anche una sede, seppur provvisoria e in coabitazione col Circolo di lettura, a palazzo Angelini. Accanto all’attività alpinistica si avviano altre iniziative culturali o ricreative: è un po’ il segno che la SAT non è più solo quel gruppo di “scarpinatori” un po’ matti e allegroni, è ormai una realtà che si inserisce nel tessuto sociale, dialoga con la comunità e per Ala qualcosa “conta”.

Indicatore importante in questo senso è la nascita, già nel 1953, del primo nucleo del Soccorso Alpino, una realtà che ha sempre convissuto in armonia con la Sezione, ancor oggi, con l’alta specializzazione e le competenze acquisite, un presidio importante non solo per chi va in montagna ma, nell’ambito della Protezione civile, per i cittadini tutti.

Da qui in avanti è un percorso di crescita continua: più attività alpinistica, più soci. Méta delle tante escursioni sono ancora prevalentemente le montagne di casa, Piccole Dolomiti e Carega dove il Fraccaroli diventa un po’ il rifugio “di casa”, complice il fatto che a gestirlo, dal 1958 al 1963, è Giulio Mondini, il Presidente storico della SAT di Ala, quello che l’ha guidata con passione ed equilibrio quasi ininterrottamente dalla fondazione al 1984. Ma il raggio d’azione dei satini si allarga, Vaiolet, Catinaccio, Adamello, Brenta, le cime più belle del Trentino, e sono soprattutto i più giovani a cercare nuove esperienze, nuove avventure e a portare anche nuova linfa e vitalità alla compagine associativa.

E’ una crescita per così dire “ad ondate”, col susseguirsi delle generazioni, ma che mantiene un suo speciale equilibrio: una caratteristica storica della SAT questa, di un alpinismo che ha una sua forte componente competitiva e sportiva ma che rimane aperto anche al semplice escursionismo, e che da sempre è riuscito a far incontrare due culture, quella “urbana”, sportiva, esplorativa degli alpinisti e quella “valligiana” della montagna vissuta nella quotidianità, radicata negli usi, nelle tradizioni.

Una nuova ventata di entusiasmo e di iniziative arriva per la SAT di Ala attorno alla metà degli anni ’60 per merito di un gruppo affiatato di giovani a cui fa da “chioccia” il dinamico presidente Bepi Mondini: gite ma anche balli, feste e veglioni con tanto di miss, come si addice a dei ventenni; soci giovanissimi che partecipano al “Trofeo Topolino”; altri che si impegnano nelle corse in montagna e così si organizza in proprio anche il “Trofeo Piccole Dolomiti”. I soci sono ormai più di 100 e c’è finalmente una sede, nel 1965 in un locale messo a disposizione dal Caffè Commercio, addirittura aperta tutte le sere dalle 20 alle 22, dal 1969 a palazzo Malfatti in via Torre, una location prestigiosa ma in cui si riesce ad allestire bar, biblioteca e persino una piccola palestra di arrampicata. Quell’anno la SAT centrale ci onora dell’organizzazione del suo Congresso e sempre nel 1969 parte anche il “Corso di ginnastica presciistica”, un’iniziativa che prosegue tuttora, e in parallelo anche il “Corso di sci” a S.Valentino, una proposta che, sempre coordinata con grande cura da Antonio Zinelli, attirerà per moltissimi anni, fino al 2000, tanti giovanissimi.

Le cronache degli anni ’70 ci raccontano di un alpinismo a più largo raggio e più impegnativo (Cervino, Bianco, via classiche nelle Dolomiti, allestimento di piccole palestre di roccia in loco, qualche esperienza in ambito speleologico), ma rimandano l’eco anche di una nuova attenzione a temi sociali e ambientali: l’impegno nella solidarietà (il “Natale alpino”, l’intervento a favore dei terremotati del Friuli); un più continuo lavoro di controllo e di valorizzazione del territorio (ripristino e segnatura sentieri); l’impegno civico e ambientale (le giornate ecologiche, decise prese di posizione per denunciare un certo uso “motorizzato e fracassone” di sentieri e boschi).

Ma ormai siamo alla “grande avventura” del Sinel. L’idea di costruire “qualcosa di nostro sulle nostre montagne” covava da tempo, accarezzata soprattutto dai satini più giovani e addirittura sperimentata in improbabili tentativi di attrezzare qualche vecchia galleria della Grande Guerra, ma difficoltà e dubbi erano tanti. Alla fine vincono l’entusiasmo, la volontà, la capacità di arrangiarsi, soprattutto la passione per la montagna. Il cantiere apre nel 1977 e diventa per qualche anno il luogo dove, assieme ad una capanna, si costruisce amicizia, collaborazione, solidarietà sociale e umana. Davvero una bella storia quella della costruzione della Capanna perché, al di là del valore intrinseco della realizzazione, è un occasione di grande coinvolgimento e partecipazione non solo di tutta la Sezione, ma di tanti, tantissimi concittadini, e diviene così valore comunitario e sociale. Per la SAT ancora oggi la Capanna al Sinel è quasi un imprint identitario, la “nostra casa tra i monti”, che continua a trasmettere anche ai nuovi e giovanissimi soci uno stimolo per conoscere, frequentare e amare le nostre montagne e la Montagna. La Capanna al Sinel sarà inaugurata nell’agosto del 1982. Sarà intitolata, due anni dopo, a Gianni Pedrinolla, uno dei primi e più attivi promotori dell’iniziativa, prematuramente scomparso.

Quasi a suggello dell’ “impresa” al Sinel nello stesso 1982 la SAT centrale affida alla Sezione di Ala l’organizzazione dell’ 88° Congresso. Centrato sul tema “Evoluzione dell’ambiente alpinistico e tutela della natura” sarà quello un Congresso “di svolta”, che rilancerà l’impegno a confrontarsi con il fenomeno montante del turismo di massa e a far propria una vera e propria battaglia culturale per fronteggiare meccanismi distruttivi dell’ambiente e della qualità della vita, per salvaguardare lo “spazio montagna” inteso in

tutta la sua estensione fisica e psicologica, non solo naturalistica e ambientale, ma storica e antropologica.

Gli “anni del Sinel” sembrano segnare una cesura anche per la storia della SAT di Ala, da associazione ancora soprattutto di appassionati alpinisti a realtà sociale e civica, diffusa (sono ormai quasi 300 i Soci) e pienamente ancorata alla vita e all’evolversi della comunità. E’ più difficile tracciarne, anche per sommi capi, la storia –che in parte assomiglia a quella di tante altre Sezioni- perché iniziative e l’attività si fanno più numerose, ampie e sfaccettate.

L’attività alpinistica naturalmente la fa da padrona. Saranno magari meno frequenti le gite sociali, di massa, perché ormai tutti si muovono facilmente con i propri mezzi, ma cresce costantemente il numero dei giovani che si mettono alla prova anche su vie impegnative, su tutto l’arco alpino e anche in spedizioni extra europee. Si diversifica la proposta formativa: le prime guide locali danno una mano, si organizzano i corsi roccia, di sci alpinismo. Per i momenti di socialità ci si possono inventare comunque occasioni alternative: la Ciaspolada in notturna sui Lessini, la gita delle famiglie, le castagnate o, ultima trovata, il “Giro lonc”. Anche l’attività culturale è più intensa ed organica: incontri, serate, dibattiti: alpinisti e alpinismo ma non solo, trekking, viaggi, ambienti ed etnografia, le serate del Filmfestival.

Si possono forse individuare due grandi filoni di interesse e di impegno che caratterizzano il lavoro e la presenza della SAT lungo tutto l’arco delle ultime presidenze (Bepi Pinter 1987-2001; Giampiero Dal Maso 2002-2010; Gianni Debiasi 2011- ): i giovani e l’ambiente.

Fin dalla fondazione, ponendo tra i suoi scopi la conoscenza della montagna, la SAT si è preoccupata anche di “educare alla montagna” e quindi di portarci i giovani. E’ una storia che parte da lontano anche per la Sezione di Ala, con l’azione individuale di tanti “padri” e adulti, con le gite, i corsi di sci, ma che si è andata via via organizzando ed impostando in modo sempre più consapevole negli ultimi decenni. Prima le escursioni per giovanissimi col “maestro-presidente” Bepi, poi le periodiche collaborazioni con la Scuola e altre Associazioni; Marco Suem è il primo degli Accompagnatori di Alpinismo giovanile che assieme ad altri volontari specificatamente preparati farà vivere splendide avventure a tanti alpinisti in erba; “In montagna con le famiglie” è quasi una continuazione di quella proposta ma che si allarga anche ai genitori e che continua a funzionare anche oggi in uno spirito di grande amicizia e serenità.

A sostenere questo impegno di tanti volontari la convinzione che l’ambiente naturale e alpino in particolare sia uno straordinario terreno di gioco e di conoscenza per praticare attività fisiche ma anche per acquisire esperienze formative e conoscitive, per imparare a conoscere i propri limiti e le proprie capacità, il rispetto per sé e per gli altri, per l’ambiente che ci circonda. Ma vale la pena ricordare anche un’altra esperienza della SAT alense coi giovani, un po’ “fuori schema” se vogliamo, ma di grande significato: la nuova sede, allestita nel 2002, è diventata un’“aula”; lì si dà una mano, si offre sostegno scolastico a tanti ragazzini; un segno concreto e forte che la SAT è “dentro” la Comunità, che è “per” la Comunità.

Ma è soprattutto il tema dell’ambiente, della sua conservazione e difesa, il terreno su cui, negli ultimi anni ed oggi, la SAT è una presenza viva della Comunità alense. E’ un’adesione consapevole e matura al grande impegno della SAT centrale. Per la SAT, e fin dalle origini, promozione della conoscenza e di una cultura della montagna, sostegno dell’escursionismo e dell’alpinismo non potevano esser disgiunti dall’attenzione alla tutela del paesaggio e dell’ambiente. Sono impegni che, negli ultimi decenni e a fronte dei grandi fenomeni indotti da una cultura del consumo e della crescita continua, del turismo di massa e oggi, drammaticamente, del riscaldamento globale, sono via via diventati sempre più il nucleo centrale della mission culturale e civile della SAT per la comunità

trentina. Impegni che non possono esser assolti se non con la collaborazione delle Sezioni, di chi conosce e vive sui territori.

La SAT di Ala ha cercato da sempre ma soprattutto negli ultimi decenni di fare la sua parte, piccola magari ma convinta. Piace ricordare alcune iniziative.

La sentieristica è da sempre un grande e utile impegno: non significa solo supporto e sicurezza per gli escursionisti, ma conoscenza e controllo del territorio e salvaguardia di tracce di una storia, di un rapporto antico e mutato nel tempo tra lo stesso e l’uomo, le sue attività. L’iniziativa “Adotta un sentiero”, rilanciata nel 2008, è stata l’occasione per costruire un impegno più consapevole e duraturo nella manutenzione di una rete ampia e bellissima: 12 sentieri con uno sviluppo di oltre 90 kilometri. Ed è giusto ricordare anche il paziente lavoro di pulizia e valorizzazione di tanti manufatti della Grande guerra disseminati lungo la traccia dei “sentieri alti”. Se quello dei sentieri è un capitolo di una lunga storia del rapporto uomo-ambiente, un altro, per il nostro territorio, per la sua economia e la sua evoluzione sociale, è sicuramente quello delle malghe. La Sezione, anche collaborando al censimento promosso dalla SAT centrale a metà degli anni ’90, è stata la prima voce di stimolo, nei confronti dell’Amministrazione, per un recupero e la conservazione del grande patrimonio, non solo materiale ma storico e culturale, di questi antichi insediamenti montani. E anche qui ha fatto la sua parte, volontariamente, col ripristino di alcuni manufatti e “pozze”. Riferimento e stimolo fondamentale la SAT lo è stata, nei confronti dell’Amministrazione, anche nella ridefinizione delle “aree di tutela speciale” individuate sul nostro territorio: ma questo è un capitolo aperto, un progetto da portare a compimento.

Occuparsi di tutela dell’ambiente significa avere una conoscenza approfondita del proprio territorio, dei suoi aspetti naturali e dei paesaggi costruiti dall’uomo, ma significa oggi anche aver consapevolezza dei grandi mutamenti in atto, dei fenomeni globali –antropologici, economici, ambientali- che sullo stesso incidono. Informazione, studio, in una parola “educazione”: è diventata questa una delle linee principali di azione della SAT e anche della nostra Sezione. Giornate ecologiche, interventi nella Scuola, incontri, serate di approfondimento sono un capitolo sempre più fitto dell’attività.

E’ un’azione “interna”, prima di tutto rivolta ai Soci e agli amanti della montagna, ma che oggi la SAT di Ala ha la forza e la consapevolezza di poter rivendicare anche come “voce pubblica”, come impegno all’analisi, alla formulazione di osservazioni e pareri, alla sensibilizzazione di cittadini e amministratori sui progetti e le scelte che contano per la Comunità e il suo futuro.

Una consapevolezza ma al tempo stesso un impegno che deriva dalla sua storia, dal suo profondo radicamento nella realtà locale, dall’adesione larga dei suoi 500 Soci, da un amore per la propria terra e per la montagna che diventa socialità, solidarietà, bene comune da tramandare alle generazioni future.

Buon compleanno quindi, ma guardando avanti. Excelsior!

(Paolo Mondini)